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LÆavvistamento del Belgio è una testimonianza unica nel suo genere.
Per la prima volta nella storia, infatti, lÆaeronautica belga svela gli elementi più scottanti di un fenomeno che scienziati e militari non hanno esitato a definire inspiegabile.
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È il 30 maggio del 1990, a pochi chilometri dal confine con lÆOlanda, centinaia di persone, tra cui tre pattuglie della polizia, osservano per diversi minuti le evoluzioni di uno strano apparecchio di forma triangolare. I radar di Glons e Semmerzake, che controllano il traffico aereo della zona, captano un segnale anomalo. Nessuno immagina ancora quello che da lì a pochi minuti accadrà.
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Alle 00,05 dal quartier generale dellÆaeronautica militare belga, parte lÆordine di far decollare due F16. Gli aerei si portano immediatamente in contatto radar con quello che in seguito verrà definito "oggetto volante non identificato".
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Improvvisamente, lÆoggetto sconosciuto, passando dai 300 a 1700 piedi dÆaltezza, accelera da 280 a 1700 km orari, in un solo secondo, facendo perdere le proprie tracce. Una accelerazione impossibile per qualsiasi aeromobile di fabbricazione terrestre, che provocherebbe la morte immediata di ogni essere umano, poiché il limite massimo che può sopportare un pilota da caccia, è cinque volte più basso.
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Al termine dellÆinchiesta, il colonnello De Brouwer, capo della sezione operazione dellÆaviazione belga, rilascia una dichiarazione inquietante:
DOMANDA: Quando degli scienziati seri dicono che bisogna avere il coraggio di affrontare lÆipotesi di fenomeni di origine extraterrestre lei come reagisce?
De Brouwer: Siamo sempre prudenti perché noi abbiamo bisogno di prove concrete, ma questa ipotesi, è chiaro, rimane aperta...
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